DESCRIZIONE
DELLA CHIESA
Tutte le statue e oggetti relativi
Beni
immobili della parrocchia
Dagli Atti della visita pastorale del
card. Cosenza (Giuseppe), avvenuta nel 1853, risulta che la “ Chiesa è di fondazione
antichissima, non è consacrata, ma pare semplicemente benedetta ”. secondo
la descrizione che ne fa l'attuario “ la forma di questa chiesa è piuttosto
rettangolare, fatta a volta di cannuccia (*) (Negli atti della V.P. del 1766 risulta
un soffitto a cassettoni *) non avendo alcun ornamento di rilievo. Ha una sola
navata e la sua lunghezza è di canne (*) dieci per quattro in larghezza
(secondo documenti della V.P. del 1873 la sua ampiezza è di palme 76 per 33 di
lunghezza).
La chiesa confina da oriente con la via
Pubblica e a Mezzogiorno con l'abitazione della famiglia Merola a Settentrione
con la viella detta dei Quartieri e da Occidente con l'abitazione della famiglia
Monaco”. Gli interni della chiesa si trovano più minuziosamente descritti
negli Atti della V.P. del card. Apuzzo del 1873. Questo ne è il testo: “ In
questa chiesa vi sono cinque altari ed un altarino amovibile di legno.
L’altare maggiore
è sotto il titolo di 5. Andrea Apostolo, e degli altari posti a destra
dell'altare maggiore, il primo è sotto l'invocazione di M. SS. del Carmine ed
è di diritto padronato della famiglia Cantiello. Il secondo altarino amovibile è sotto l'invocazione del Corpi
di Cristi, che appartiene alla Confraternita sotto lo stesso titolo. Il primo
altare a sinistra dell'altare maggiore è sotto il titolo del Purgatorio
e appartiene alla detta Congrega; il secondo è sotto il titolo del SS. Rosario
di ius padronato della stessa Congrega. Nessun altare è privilegiato o
consacrato (secondo alcune testimonianze, intorno alla disposizione degli
altari, relative agli atti della V.P. del 1853 esistono altri tre altari: “
... quello della Madonna della Stella sull'ala destra, quello dell'Angelo
Custode e l'altare di 5. Giuseppe con quadro di tela ”); nella chiesa esiste
un pulpito situato a sinistra dell'altare del Corpo di Cristo, ove come è noto
da alcune testimonianze (1873) -si predicava nelle domeniche, mercoledì ed in
tutti i venerdì di marzo; più si faceva il panegirico di 5. Andrea Ap., del
SS. Rosario, dell'Addolorata, di 5. Giuseppe, di 5. Anna, di 5. Filomena e di 5.
Antonio Abate ”.
Dagli stessi atti risulta che prima
della formazione del Camposanto Municipale di 5. Maria C.V,. esistevano in questa
Chiesa, tre sepolture delle quali, una gentilizia appartenenti alla famiglia
Cantiello, le altre due erano comuni a laici, fanciulli e sacerdoti.
Per la sepoltura gentilizia della
famiglia Cantiello, non esistono documenti, ne' vii sono sepolcri insigni,
epitaffi o resti di pitture sepolcrali. Attualmente le sepolture sotto gli
altari sono inaccessibili: il tutto ora è chiuso da muratura.
Dagli atti della V. P. del 1766 (card.
Capece Galeota), riportati integralmente a pag. 70 si ha notizia di un sacrario
e di una effigie di S. Giovanni Battista che battezza il Cristo, dipinta sulla
parete dietro il fonte battesimale, situato sul lato sinistro entrando in chiesa
e fornito di una pedana di marmo e di una piramide di legno.
Esiste un campanile dell'altezza di
circa 50 “ palmi ” (V. P. 1873) con scale a pioli, coperto a lamia solida.
Un tempo ]e campane erano due, delle quali la minore era più antica e si ignora
da quale vescovo sia stata benedetta; l'altra, del peso di circa un quintale, è
stata benedetta dall'allora arc. mons. Apuzzo nel giorno 2 aprile 1873.
La sagrestia di questa chiesa è
quadrata coperta a lamia, essa è contigua alla chiesa, avendo due ingressi
l'uno a destra dell'altare maggiore, l'altro a sinistra dell'altare del SS.
Corpo di Cristo, un tempo appartenente alla Confraternita.
Le sacre suppellettili appartenute alla
chiesa sono enumerate dai suddetti atti del 1873. Ecco il testo: “ ... un
piviale di color giallo, ed uno nero; le pianete sono otto di vari colori;
tonachelle paia n. tre, ed infine un omerale bianco […].
I camici sono N. 6, dei quali, due sono di tela, e gli altri sono di
mussolina; gli amitti sono 6, alcuni di tela ed altri di mussolina; i
purificatori sono circa una ventina”. In seguito a numerose donazioni,
avvenute durante il secolo scorso, le suppellettili sacre sono aumentate in
maniera considerevole. Tale fenomeno è stato registrato scrupolosamente dagli
attuari della V. P. del 1873: “ [Oggetti di argento] calici n. due, colle
corrispondenti patene, pero' un calice con patena avente la sola coppa di
argento, e il piede di ottone, appartenente alla chiesa, ed è nel peso di circa
once 5. L'altro calice, similmente con piede di ottone, colla coppa e patena di
argento, appartiene alla confraternita, del peso di circa once 5. Una sfera di
argento del peso di once 9. Un incensiere con navetta di argento, il cucchiaino
però è di metallo, esso è in comune colla Congrega, del peso di circa mezzo
rotolo ”.
TUTTE LI STATUE E
OGGETTI RELATIVI
Sin dal secolo scorso le statue dei
santi, appartenenti alla chiesa, erano numerose. Una dettagliata descrizione
intorno ai sacri simulacri ci viene offerta da un documento del 1872
sottoscritto dall'economo curato Gabriele de Felice e da altri testimoni
(evidentemente tale documento era stato redatto su richiesta della Curia al fine
di render conto dello stato e del numero delle sacre statue): “ ... le statue
dei santi appartenenti alla chiesa di S. Andrea dei Lagni sono 6: la Vergine
SS.ma del SS.mo Rosario, l'Addolorata, S. Andrea Apostolo, S. Giuseppe, S. Anna,
e S. Filomena V. e M.
Gli ex-voto appartenenti alla Vergine
Maria sotto il titolo del SS. Rosario sono i seguenti: due corone di argento in
testa, anelli n. 20, bottoni n. 4, orecchini n. 4, un filo con susta, fili
d'oro n. 3 uno con stella, uno con cornetto, ed un altro semplice, altri fili
d'oro mischiati n. 5, corone 2 di oro con due reliquie, un laccetto di oro, una
collana di oro con orologio, un orologio, un paio di pigne di perle.
Gli oggetti ricevuti nell'anno 1865:
bottoni di oro n. 4, un paio di orecchini lunghi, fili di coralli rasati n. 2
con due cornetti d'oro.
Gli oggetti ricevuti nell'anno 1866: un
filo di oro di acini 14 con cornetto al quale aggiunti vi furono altri 18 acini
con corallo, un paio di orecchini, anelli n. 2.
Gli oggetti ricevuti nell'anno 1867:
cornetti di oro n. 3. Gli oggetti preziosi appartenenti alla Vergine sotto il
titolo della Stella sono i seguenti: fili d'oro e di coralli n. 13, anelli d'oro
n. 3, oggetti piccoli di argento n. 3, una lampada di argento.
Gli oggetti d'oro
appartenenti a 5. Antonio Abate: un anello d'oro, un cornetto d'oro.
Vi sono due crocifissi, uno per la
sagrestia e l'altro sul pulpito, una immagine di Gesù risorto, un quadro del
SS. Cuore di Gesù e una croce grande per le processioni.
Esistono 14 quadri della Via Crucis...
”, a riguardo della quale possediamo il rescritto di un religioso
francescano (1864). Eccone il testo nella traduzione italiana: “In forza delle
presenti istanze, deleghiamo all'arbitrio e alla prudenza del nostro Padre
superiore locale del convento più vicino, di poter, per sua iniziativa o
mediante un altro sacerdote competente del nostro ordine da lui delegato,
benedire ed erigere le sacre stazioni della Via Crucis nella pubblica chiesa
parrocchiale, sotto il titolo di 5. Andrea dei Lagni della diocesi di Capua, con
le annesse indulgenze particolari, che ogni fedele può acquistare. A coloro che
le visitano con devozione è riconosciuto il permesso dell'Ordinario. Si riservi
ad ognuno il diritto alla custodia e si lasci ivi un'attestazione sottoscritta
di propria mano al termine dell'avvenuta erezione. Emesso a Roma dall'Altare
del Cielo) nel giorno 26 settembre 1864.
Frà Frigidiano de Luca
Provinciale
e Delegato generale
Frà Mattia del monastero della 5.5.
Trinità, delegato dal suo superiore, ha benedetto ed eretto le sacre stazioni
della Via Crucis nella pubblica chiesa, di cui sopra, nel giorno 3 novembre 1867
”.
Testo
originale del rescritto in latino:
“
Vigore presentium committimus
arbitrio, et prudentiae Patris Superioris Localis nostri vicinioris conventus,
quatenus per se, vel per alium ordinis nostri Sacerdotem idoneum, ab ipso
deputatum, benedicere, atque erigere valeat Sacras ViaeCrucis Stationes in
publica Eclesia Parochiali sub titulo 5. Andreae dei Lagni Diocesis Capuanae,
cum singulis adnescis indulgentiis lucrandis ad omnibus cristifidelibus. Eas
devote visitantibus habita prius ordinarii licentia. Servatis omnibus perachae
erectionis testimonio propriu manu subscripto.
Datum>
Romae ex Ara-Coeli, die 26 7bris 1864
F.
Frigidianus de Luca
G.
Pro. e' De. tus Gen. lis
Fr.
Mathias M. SS.ma Trinitata deputatus a suo Superiore benedixit et erexit Sacras
Viae-Crucis Stationes in publica Eclesia, ut supra, die-3-9bris-1867. (in
nota)
La distinta dei fondi e delle relative
rendite viene riportata negli atti della V.P. del 1873 (card. Apuzzo): “...
moggi due, passi nove di territorio, una volta arbustato, sito in 5. Andrea
dei Lagni, luogo detto di Pecugnano, paga capponi: 2, e ducati 50. Moggi
Otto di territorio arbustato, sito nel tenimento di Casagiove, luogo detto le
quaranta moggia, paga un pigiotto, grano fino, tomoli 30 e ducati 78. Moggi tre
di territorio arbustato, sito nel tenimento di 5. Tammaro, luogo detto di 5.
Martino, paga capponi 3 e ducati 70. Moggi quattro e passi sei di territorio una
volta arbustato, sito in 5. Andrea dei Lagni, diviso in tre partite, luoghi
detti Chiavaro, 5. Aniello, ed il Piro, paga ducati 87. Moggi due campestre,
nel territorio di 5. Andrea dei Lagni, luogo detto Salone, e paga ducati 43.
Moggi due circa di territorio, una volta arbustato, sito in Macerata, luogo
detto la Cava, paga, ducati 36. Passi cinquanta di territorio campestre in
tenimento di 5. Andrea dei Lagni, luogo detto Salone, paga ducati 30. Moggi
quattro, una volta arbustato nel tenimento di S. Andrea dei Lagni, luogo detto
Pecugnano, paga, ducati 48. Moggio uno di territorio campestre, in tenimento di
5. Andrea dei Lagni, ducati 25. Passi venti di territorio campestre, diviso
in due partite, luogo detto detro le mura, e campo di Nespoli, paga ducati 14.
Moggi tre di territorio, con oliveto, in tenimento di 5. Prisco, luogo detto, a
pie' la Croce Santa, diviso in due partite paga ducati 14. Moggi dieci e passi
quindici di territorio arbustato nel tenimento di Macerata luogo detto le
Quattro Moggia, pagano depurate del quinto fondiario grano fino, tomoli
trentasei, e ducati 19,20. (Le dette 10 moggia e passi 15, furono date in
fitto dal parroco Sanges allora parroco di questa parrocchia ad un certo Girolamo
Mingione per la durata di anni 20, come apparisce dall'istrumento del notaio D.
Michele de Blasio di Macerata, rogato nell'anno 1783 addii Maggio; quale affitto
però perchè creduto colpito di un decreto del Governo Francese, che
dichiarava beni allodiali tutti quelli dati in fitto a lungo tempo; si è
ritenuto perciò come enfiteusi dagli eredi di Mingione l'indicato affitto. Si
avverta che esiste l'Assensio Regio del Re Ferdinando IV, colla data del 26
Marzo 1787, che sembrava dare vaglia ai detto contratto).
Moggi tre di territorio campestre, sito
nel tenimento di 5. Andrea dei Lagni, luogo detto Pomaro; paga, grano fino 18, e
ducati 18.
Alessandro e Luigi Seliceno di Macerata
per un capitale 160, pagano annualmente ducati undici e venti .11.20.
Cipriano Zito e Francesco d'Orta per
censo dovuto alla Vergine del Carmine, sistente nella Chiesa di S. Andrea,
ducati 0,8.
Per affitto di un intero edificio di
casamento ducati quarantasette.
Totale ducati 598.40
pari a lire 2549
Il totale del grano ascende a
tomoli centoquattro 104”. Possediamo una diversa versione della suddetta
distinta relativa al 1727, compilata dal can.co Nicolò Rinaldi.
Questo è il testo di tale versione: “
... moggia nove e passi undici, dove si dice alla Saudina. Moggia due e passi
dieci di terra, dove si dice a Campo Longo. Moggia dieci e passi quattro di
terra, dove si dice allo Profilo. Moggia sette c passi sette di terra lavorativa
et arbustata dove si dice S. Aniello. Questa partita di terra fu comprata col
prezzo della terra, seu partita di terra venduta a Castello Volturno al sig.
Andrea Caramanna. Moggia due e passi quindici di terra dove si dice a S. Maria
della Stella.
Moggia
dieci passi dodici di terra, dove si dice a 5. Croce o 5. Aniello. Moggia nove
di terra, dove si dice a 5. Aniello. Moggia quindici di terra dove si dice alla
Starza delli Monaci. Moggia dodici di terra, dove si dice alla Starza dei
Monaci. Moggia trenta passi ventotto di terra dove si dice a [Bicandro], seu
Pimmo” .*
(*)Si rende noto che dal l gennaio 1986
questi beni vengono amministrati dalla Diocesi, come dispone la nuova legge
canonica.